Un semplice test potrebbe prevedere il rischio di un infarto e salvare, così, migliaia di vite. L’analisi del sangue è già utilizzata per diagnosticare altre condizioni, ma ora potrebbe essere utilizzata per semplificare il modo in cui vengono trattati i pazienti a seguito di un sospetto infarto.
Lo studio
I ricercatori hanno scoperto che misurare i livelli della proteina C-reattiva (CRP), un segno di infiammazione, può aiutare a capire meglio chi è a rischio di infarto nell’arco di tre anni. Il motivo? La proteina può essere presente nel sangue delle persone dopo un infarto.
Di conseguenza, il test potrebbe garantire che coloro che ne hanno più bisogno ricevano un trattamento più aggressivo, e siano monitorati meglio e più da vicino. Al momento, i medici per individuare il rischio di infarto conducono un esame del sangue per la troponina, ossia una proteina che viene rilasciata nel flusso sanguigno quando il cuore è danneggiato.
Gli scienziati ora affermano che la misurazione contemporanea dei livelli di PCR può fornire un quadro più dettagliato, e mostrare quali pazienti rappresentano il rischio maggiore. I ricercatori hanno esaminato i dati di oltre 250.000 pazienti che erano stati ricoverati in ospedale con un sospetto infarto; normalmente il livello di PCR nel sangue è pari o inferiore a 2 mg/l.
Ma hanno trovato una misura leggermente superiore di 10-15 mg/l di PCR in quelli con un test della troponina positivo, prevedendo una probabilità di morte superiore al 35% tre anni dopo.
I risultati dello studio apriranno anche la porta a un trattamento più mirato per i pazienti più a rischio. Sebbene l’identificazione delle persone a maggior rischio di infarto sia il primo passo, gli scienziati ritengono che il nuovo esame del sangue per misurare i livelli di PCR potrebbe portare a trattamenti migliori. Ad esempio, il team spera di testare un farmaco antinfiammatorio, ossia la colchicina, che aiuti a fermare l’accumulo di depositi di grasso nelle arterie.
Il professor James Leiper, direttore medico associato presso la British Heart Foundation, ha dichiarato: “Identificando meglio quali persone sono più a rischio, questo semplice esame del sangue potrebbe aiutare a indirizzare i trattamenti antinfiammatori a coloro che ne hanno più bisogno.”
Prima di questo studio, gli scienziati hanno rivelato che attraverso un semplice esame della vista era possibile prevedere il rischio di un attacco cardiaco. A gennaio, gli scienziati hanno sviluppato un sistema di intelligenza artificiale (AI) che analizza le scansioni effettuate durante le visite di routine degli ottici. Quindi, il test identifica quei pazienti con alterazioni dei minuscoli vasi sanguigni della retina, che possono indicare malattie vascolari e aumentare il rischio di infarto. Vi sono anche altri test, come quello basato sul campione di saliva per valutare il rischio genetico di ipertensione; questo è considerato molto efficace, poiché identificare le persone ad alto rischio genetico già in tenera età aiuterebbe a salvare numerose vite.