n un mondo in costante evoluzione nella ricerca medica, lo screening del tumore del colon retto emerge come un fondamentale strumento per la prevenzione e la diagnosi precoce di una delle malattie oncologiche più diffuse. Con questo esame da svolgere ciclicamente si può prevenire una delle forme tumorali più aggressive e letali.
Il tumore del colon retto rappresenta una sfida significativa per la salute pubblica a livello mondiale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è uno dei tumori più comuni, con oltre un milione di nuovi casi diagnosticati ogni anno. Tuttavia, una delle chiavi per contrastare questa malattia è l’implementazione di programmi di screening efficaci.
Lo screening del tumore del colon retto mira a individuare le lesioni precancerose o il cancro in fase iniziale, quando le possibilità di trattamento e guarigione sono massime. Questo è cruciale, considerando che la malattia spesso progredisce in modo asintomatico nelle fasi iniziali. Con dei controlli mirati e ciclici si può anticipare l’insorgenza di questo male o scoprirlo agli albori. E come ben sappiamo, nelle patologie neoplastiche e tumorali, il fattore tempo gioca un ruolo fondamentale.
Lo screening per il tumore al colon retto
Diversi approcci di screening sono disponibili, ognuno con vantaggi specifici. La colonscopia, ad esempio, è considerata l’opzione più accurata, consentendo ai medici di ispezionare direttamente il colon alla ricerca di polipi o tumori. Tuttavia, altri metodi, come i test del sangue occulto nelle feci o la sigmoidoscopia, offrono alternative meno invasive.
Ed è proprio la ricerca di sangue occulto nelle feci uno screening chiave per contrastare il tumore del colon retto. Le persone, donne e uomini dai 50 ai 74 anni, vengono invitate ogni due anni a raccogliere un campione delle proprie feci, per l’analisi sulla eventuale presenza di sangue occulto. Su 100 persone che eseguono il test, 5 o 6 possono risultare positive per la presenza di sangue nelle feci per diverse cause (es. ragadi, diverticoli ecc.), è molto importante però verificare se il sangue proviene da eventuali polipi.
Con i continui progressi tecnologici, nuovi strumenti e approcci emergono per migliorare l’efficacia dello screening. La ricerca si concentra sulla sviluppo di test del sangue più precisi, sulla telemedicina per aumentare l’accessibilità e sull’integrazione di intelligenza artificiale per una diagnosi più rapida ed accurata.
Nonostante i progressi, diverse sfide persistono, tra cui l’aderenza della popolazione agli screening e le disparità nell’accesso alle procedure. Campagne informative, programmi educativi e un miglioramento dell’accessibilità possono contribuire a superare questi ostacoli e rendere gli screening più diffusi ed efficaci.