Diagnosticare il morbo di Parkinson attraverso le analisi del sangue? Un giorno potrebbe essere possibile. I ricercatori dell’Università di Oxford hanno infatti messo a punto degli esami del sangue sperimentali per individuare la malattia di Parkinson prima della comparsa dei sintomi. Soprattutto nella fase iniziale, infatti, non è facile diagnosticare questa patologia – della quale soffrono 10 miliardi di persone nel mondo – proprio per via della mancanza di sintomi.
GLI ESAMI DEL SANGUE PER IL PARKINSON
L’esame del sangue si concentra sulla rilevazione delle proteine alfa-sinucleina, coinvolte nello sviluppo del Parkinson: secondo quando rilevato dai ricercatori, infatti, le persone con più rischio di sviluppare la malattia – più dell’80% di probabilità – avevano il doppio dei livelli di alfa-sinucleina rispetto agli altri. I ricercatori hanno infatti trovato un modo per individuare con precisione i livelli di questa proteina, non sempre facile da quantificare.
Intervenire prima della comparsa dei sintomi è fondamentale per la prevenzione di una malattia per la quale non esiste ancora una cura: nel momento in cui compaiono i problemi di movimento, circa il 60% delle cellule nervose che producono dopamina sono già morte: “In questa fase è difficile poi ripristinare le reti neuronali” ha spiegato a MNT il professor George Tofaris, docente di neurologia di Oxford e autore principale dello studio. Il problema, infatti, sta nell’intervenire il prima possibile con una diagnosi precoce: “Se potessimo individuare la patologia prima di questa soglia critica, allora potremmo essere più efficaci con le terapie, anche se ancora non abbiamo individuato una cura. Sappiamo da diversi studi che la patologia inizia più di un decennio prima della presentazione clinica. Ciò che ci manca è un biomarcatore che identifichi questi cambiamenti: per questo è necessaria un’analisi del sangue di questo tipo”.