I marker tumorali sono sostanze che circolano nel sangue e che costituiscono spesso un segnale della presenza e dello sviluppo di una neoplasia: la presenza dei marcatori tumorali, è necessario specificarlo fin da subito, non sempre è un’informazione inequivocabile di tumore perché talvolta possono essere segno di una infiammazione/infezione dell’organo cui si riferiscono. Ma quali sono i valori cosiddetti ‘normali’ e quando preoccuparsi?
Quando si utilizzano i marcatori tumorali
Come regola generale non è utile utilizzare i marker nello screening diagnostico, cioè quando si sospetta o si ricerca un tumore, ma:
- soltanto a diagnosi certa di malattia per avere un primo punto di riferimento;
- nel follow up, cioè nei controlli successivi per verificare un’eventuale ripresa del tumore dopo la guarigione o un aggravamento del tumore stesso.In base alla tipologia di carcinoma, si individuano diversi marcatori tumorali di riferimento, in grado di rilevare lo stato attuale di malattia e di impostazione del monitoraggio.
Tumori dell’apparato digerente
Nel carcinoma dell’apparato digerente (soprattutto stomaco e intestino), il CEA (antigene carcino-embrionario) da anni riveste il ruolo di marcatore di riferimento nel controllo di malattia. Va detto che, peraltro, un incremento di questo marcatore si ritrova anche in neoplasie di altri organi come polmone e mammella. Non solo, ma un aumento del valore normale di CEA può verificarsi in un soggetto forte fumatore, senza che abbia patologia neoplastica, o in un soggetto portatore di patologia anche benigna del fegato e delle vie biliari (cirrosi, pancreatite, colangite).
Analogo significato ha il marcatore tumorale CA 19-9 noto anche come GIKA, presente nelle neoplasie dell’apparato digerente e, in particolare, ancora più del CEA nei tumori del pancreas e delle vie biliari.
Tumori del fegato
Per quanto riguarda il tumore primitivo del fegato (l’epatocarcinoma) è di rilievo il riscontro di elevati valori di alfafetoproteina che però, come è noto, è un indicatore di gravidanza ed è utilizzato anche nel monitoraggio della neoplasia del testicolo.
Tumore mammario
Quando invece si monitorizza l’andamento della neoplasia mammaria, si utilizzano i marker CEA e CA 15,5. Spesso, l’incremento anche lieve di questi marcatori indica precocemente una ripresa di malattia che magari non è ancora evidenziabile con radiografie, TC, scintigrafia o altri esami strumentali. E, analogamente, quando in corso di un trattamento si evidenzia una riduzione del valore, si può ottimisticamente dedurre una buona risposta del paziente.
Tumore della prostata
Nel carcinoma della prostata, il noto PSA (antigene prostatico specifico) non è considerato un esame di screening, ma comunque andrebbe sempre monitorato in uomini di età superiore ai 45-50 anni. Infatti, pur non essendo specifico solo per il tumore della prostata, qualora aumentato di valore, deve indurre medico e paziente ad approfondimenti diagnostici, che potrebbero evidenziare solo un’infiammazione della prostata fino a una neoplasia anche in fase precoce.
Tumore al polmone
Un po’ più complessa è la valutazione dei marcatori nei carcinomi polmonari. Ai noti CEA e CA 19,9 si sono aggiunti negli ultimi anni i marcatori detti citocheratine circolanti (TPA, CIFRA 21.1) e altri ancora più specifici. Ogni marcatore è correlato a un tipo particolare istologico di carcinoma polmonare.
Infatti, a tutt’oggi, non è più sufficiente parlare di carcinoma del polmone o della mammella o altro: occorre definire con l’esame istologico, la biologia molecolare e addirittura la genetica, il tipo di neoplasia che si sta trattando, per avere una strategia di cura sempre più mirata ed efficace.
Come leggere i valori dei marcatori tumorali
Ogni marcatore ha un valore ‘soglia’ che può leggermente variare a seconda dei laboratori, oltre il quale si può iniziare a considerare una patologia in atto. Ovvio che una minima variazione del valore oltre il limite di normalità può essere dovuta a meccanismi legati al macchinario che esegue l’analisi, e quindi l’esame va ricontrollato per sicurezza, mentre valori francamente elevati o un trend in costante aumento vanno presi in considerazione come indice di alterazione dell’organo.
Fonte: www.grupposandonato.it