Gli ormoni sono sostanze prodotte e rilasciate nel sangue dalle nostre ghiandole endocrine (ipofisi, tiroide, paratiroidi, surreni, gonadi, pancreas…) che vanno ad agire in molti processi fisiologici del nostro corpo, tra cui il metabolismo e la riproduzione.

Quando abbiamo uno squilibrio ormonale (difetto o eccesso di uno o più ormoni), il nostro organismo potrebbe non essere più così abile a reagire e adattarsi a “perturbamenti” del sistema, così che anche i più piccoli cambiamenti possono avere effetti amplificati sul nostro benessere psico-fisico.

Quali sono i segni di uno squilibrio ormonale?

Gli “squilibri ormonali” (malattia endocrina o endocrinopatia) possono essere acuti (temporanei e autolimitantisi) o cronici (a lungo termine, in cui solo la rimozione della causa può revertire la situazione).

I sintomi che possono costituire dei campanelli di allarme tra i più comuni includono:

–   Cambiamento di peso non altrimenti spiegabile

–   Problemi di carattere muscolo-scheletrico (debolezza, dolori, rigidità, fratture scheletriche)

–   Senso di fatica o facile faticabilità (esaurimento muscolare)

–   Modifiche dell’abituale frequenza cardiaca

–   Dolori e/o gonfiori articolari

–   Sudorazione eccessiva

–   Alterazioni dell’umore senza apparente causa

–   Fragilità e secchezza cutanea e dei capelli

–   Problemi intestinali

–   Mestruazioni abbondanti e dolorose

–   Calo della libido

–   Acne e presenza di peli in regioni prettamente maschili nella donna

–   Infertilità (tentativi infruttuosi di concepimento dopo un anno di rapporti mirati)

–   Insonnia e nervosismo

–   Mal di testa

–   Disturbi del campo visivo (tipicamente, mancata visione della lateralità con necessità di ruotare la testa in presenza di una massa a livello dell’ipofisi che comprima l’incrocio delle vie ottiche)

–   Modifiche dell’aspetto fisico, tra cui: incremento delle estremità (necessità di cambiare numero di scarpe e anelli, maggior sporgenza della mandibola e delle ossa frontali), comparsa di strie rosse in circonferenza addominale, assottigliamento degli arti per perdita della massa muscolare, comparsa improvvisa di fragilità capillare con predisposizione alla formazione di lividi, etc.

Quali possono essere le cause di uno squilibrio ormonale?

Le cause possono essere le più varie, e alcune non del tutto note. Esse dipendono dalla ghiandola coinvolta e comprendono:

–   Cause genetiche (ereditarie e non)

–   Presenza di anticorpi prodotti dal nostro sistema immunitario, diretti contro la ghiandola (malattie autoimmuni)

–    Farmaci

–   Carenze o eccessi alimentari

–   Traumi

–   Chirurgia o radioterapia

–    Infezioni (virali, batteriche, tubercolosi…)

–    Sostanze tossiche o i cosiddetti “Endocrine Disruptors”

Quali esami devo fare per diagnosticare degli squilibri ormonali?

In genere è sufficiente un prelievo di sangue per segnalare la presenza di una malattia endocrina. Talvolta, per confermare il deficit o l’eccesso, sono necessari dei prelievi seriati dello stesso ormone, evitando situazioni interferenti (ad esempio lo stress dell’ago potrebbe indurre un dosaggio falsamente aumentato dei cosiddetti “ormoni di risposta allo stress”) o in seguito a sostanze somministrate nei cosiddetti test “di stimolo” o “di inibizione / soppressione” che diano una conferma della reale presenza di un’alterata funzione ghiandolare.

Una volta che l’eccesso o il difetto dell’ormone viene confermato, si va a ricercarne la causa.

Come abbiamo detto prima, le cause possono anche dipendere da un altro problema di salute precedente o coesistente, per cui un’anamnesi puntuale in merito a terapia farmacologica, pregressi traumi, storia chirurgica ed eventuale trattamento radiante, possono far giungere subito alla diagnosi eziologica (risalire alla causa che ha scatenato il problema endocrinologico).

Inoltre, bisogna andare a “visionare” la ghiandola sezione per sezione, attraverso indagini di radiologia tradizionale (ecografie, TAC, risonanze magnetiche, etc) e/o attraverso tecniche di medicina nucleare (PET, scintigrafie, etc) per poter sovrapporre gli indizi morfologici (es. ingrossamento della ghiandola o presenza di noduli) con quelli di funzionalità (es. funzionamento difettoso o eccessivo di uno o più noduli).

Quando è necessario rivolgersi allo specialista?

Certamente è necessario rivolgersi all’endocrinologo qualora venisse accertato agli esami del sangue un problema ormonale in presenza dei disturbi sopracitati.

Sarebbe utile rivolgersi a uno specialista anche in caso di riscontro “incidentale” di anomalie a carico di una ghiandola endocrina anche in corso di indagini eseguite per altro motivo.
Infine, è suggerita una sorveglianza periodica nei familiari stretti (1° grado) di chi ha o ha avuto un disturbo endocrinologico con nota possibilità di trasmissione ereditaria del problema.

È possibile prevenire gli squilibri ormonali?

In genere, la maggior parte dei disturbi ormonali non sono prevenibili, poiché non dipendono da noi.

Tuttavia, possiamo sicuramente fare del nostro meglio per modificare a nostro favore quella componente “ambientale”, piccola o grande che sia, che incide sullo sviluppo del problema.

E con questo intendo: mangiare in modo sano, acquisendo in giusta misura tutti i micro- e macronutrienti di cui il nostro organismo necessita per espletare al meglio le proprie funzioni; eseguire regolare esercizio fisico, senza esagerare; rispettare il bisogno del nostro fisico (e della nostra mente) di doversi riposare e ricaricare, attraverso yoga, meditazione o concedendoci un buon riposo notturno. 

fonte: humanitas.it