L’emoglobina è una proteina deputata al trasporto dell’ossigeno presente all’interno dei globuli rossi.
Esistono vari tipi di emoglobina, ma la forma predominante, circa il 95-98%, è l’emoglobina A.
Il glucosio è la principale fonte di energia delle cellule presenti nel nostro organismo.
Durante la digestione, i carboidrati assunti con il pasto vengono scomposti in glucosio, che entra nel circolo sanguigno aumentando la glicemia, che viene convertita in energia tramite il rilascio da parte del pancreas dell’insulina, un ormone che contribuisce all’ingresso del glucosio nelle cellule dell’organismo.
Nel caso in cui l’organismo non sia in grado di produrre insulina (diabete di tipo 1) o vi sia una ridotta risposta delle cellule alla sua azione (diabete di tipo 2), la glicemia può aumentare fino a livelli pericolosi.
Il glucosio, circolando nel sangue, in parte si lega spontaneamente all’emoglobina A.
La molecola di emoglobina legata al glucosio prende il nome di emoglobina glicata
Più alta è la concentrazione di glucosio nel sangue, più emoglobina glicata si forma.
Una volta che il glucosio si è legato all’emoglobina, vi rimane per tutta la vita del globulo rosso (120 giorni circa).
La forma prevalente di emoglobina glicata è definita come HbA1c o A1c
L’HbA1c è prodotta quotidianamente ed è eliminata lentamente dal sangue man mano che i globuli rossi più vecchi muoiono, e vengono rimpiazzati da quelli più giovani che contengono pochissima emoglobina glicata.
Questo processo è assolutamente normale e non comporta pericoli per la salute del paziente.
L’emoglobina infatti, anche se glicosilata, continua a svolgere la sua funzione, che è quella di trasportare ossigeno ai tessuti.
Secondo l’Associazione americana per il diabete il test dell’HbA1c può essere usato alternativamente ad altri esami diagnostici basati sui livelli di glucosio (come il test di tolleranza al carico orale di glucosio o la misura della glicemia plasmatica a digiuno) utilizzati per lo screening o per la diagnosi di diabete, o per valutare il rischio di svilupparlo.
Non può essere usata, però, per la diagnosi di diabete in bambini e adolescenti.
L’emoglobina glicata è utilizzata per valutare il controllo della glicemia nel medio e lungo periodo
Suggerisce quindi il rischio di sviluppare le complicanze del diabete quali la nefropatia, la neuropatia e la retinopatia diabetica.
Il dosaggio dell’emoglobina glicata deve essere ripetuto regolarmente in tutti i pazienti diabetici, per documentare il grado di compenso glicemico, sia nella valutazione iniziale sia per tenere sotto controllo la terapia.
Nei pazienti con un diabete mal compensato, la misurazione dell’emoglobina glicata va ripetuta all’incirca ogni 3-4 mesi.
Se la situazione è sotto controllo, la misurazione è consigliabile almeno due volte l’anno.
In ogni caso, la frequenza del dosaggio dipende dal giudizio del medico curante.
La valutazione dell’emoglobina glicata non dovrebbe essere usata nello screening del diabete correlato alla fibrosi cistica, per la diagnosi di diabete gestazionale, nei pazienti che hanno subito gravi emorragie o sono affette da insufficienza renale o malattie epatiche, come pure persone affette da emoglobinopatie come l’anemia falciforme o la talassemia.
Per sottoporsi all’esame non è necessario il digiuno o seguire una dieta particolare.
Infatti, i livelli di emoglobina glicata che vengono misurati dipendono dall’andamento della glicemia nei mesi precedenti all’analisi del sangue.
Le glicemie nelle ore immediatamente prima del prelievo non influenzano affatto il risultato.
Anche persone affette da alcune emoglobinopatie come l’anemia falciforme o la talassemia possono quindi presentare risultati non attendibili di emoglobina glicata
Condizioni come trigliceridi alti (ipertrigliceridemia), bilirubina alta (iperbilirubinemia), assunzione cronica di aspirina, dipendenza da oppiacei, anemia da carenza di ferro, asportazione della milza, insufficienza renale e alcolismo cronico possono determinare un aumento dell’emoglobina glicata.
Il calo dell’emoglobina glicata può essere dovuto a fattori quali anemie croniche ed emolitiche, leucemia e recenti emorragie.