Per avere una corretta interpretazione dei referti degli esami del sangue in gravidanza, è sempre indispensabile consultare il proprio medico, anche perché durante la gestazione i range di riferimento possono essere diversi rispetto a quelli di una donna non gravida, inoltre i valori di riferimento possono variare da laboratorio a laboratorio. Però a grandi linee possiamo farci un’idea di come sono andati i vari esami del sangue che vengono prescritti nel corso della gravidanza. Ecco le indicazioni di Giulia Ferri, ginecologa presso l’ospedale Sant’Anna di Como.
Gruppo sanguigno.
Il referto dice a quale gruppo sanguigno appartiene la donna, tra A, B, AB o 0, e se ha un fattore Rh positivo o negativo, a seconda che sia presente o meno l’antigene RhD.
Glicemia.
In base ai valori, indica se la donna è a rischio di sviluppare diabete gestazionale. Se risulta un valore fino a 92, la glicemia viene considerata normale; fino ad un valore di 125, la donna manifesta un’intolleranza al glucosio che dà un rischio maggiore di sviluppare diabete gestazionale nel corso della gravidanza, per questo viene prescritta una curva da carico glicemico precoce tra le 16 e le 18 settimane di gravidanza; se si ha un valore superiore a 126, si pone da subito la diagnosi di diabete mellito pregravidico, cioè la donna già prima di iniziare la gravidanza aveva un diabete di tipo II di cui non si era ancora accorta.
Rubeo test e toxotest.
Sono due esami distinti, anche se si leggono allo stesso modo: il referto infatti dice se la donna ha già contratto in passato la rosolia o la toxoplasmosi. “Sul referto si trova l’indicazione degli anticorpi IGG e IGM” spiega Giulia Ferri: le IGM sono i primi anticorpi a svilupparsi e per questo indicano che l’infezione è avvenuta di recente; le IGG si sviluppano successivamente e restano tutta la vita”.
Dal referto possono emergere 3 quadri:
se le IGG sono positive e le IGM negative, significa che l’infezione è stata acquisita tanto tempo fa e la donna è immune, quindi non c’è timore che l’infezione si ripresenti;
se sia IGG che IGM sono negative, significa che la signora non è mai venuta a contatto con infezione ed è soggetta ad ammalarsi;
se le IGG e le IGM sono entrambe positive, vuol dire che l’infezione è stata acquisita recentemente.
“In tal caso va effettuato, in laboratori specialistici, il cosiddetto test di avidità, che consente di datare con buona approssimazione l’infezione” prosegue la ginecologa. “Le IGG, infatti, sviluppano un’avidità, ossia una forza per combattere l’infezione, che è tanto più alta quanto più remota è l’acquisizione: se quindi l’infezione è stata contratta di recente, l’avidità risulterà bassa, se è stata contratta da più tempo, l’avidità è elevata. Per fare un esempio, se a 5 settimane di gravidanza il toxo-test dà IGM e IGG positive e dal test di avidità vediamo che le IGG hanno un’avidità elevata, significa che l’infezione è stata acquisita già da alcuni mesi, quindi si può stare tranquilli; se risulta un’avidità bassa, vuol dire che l’infezione è avvenuta nel periodo periconcezionale, quindi i rischi sono maggiori e la donna entra in un percorso di counseling più approfondito”.
Test per il Citomegalovirus.
Il referto si legge come quelli di toxoplasmosi e rosolia, verificando la presenza degli anticorpi IGG e IGM e, in caso di necessità, effettuando il test di avidità.
Elettroforesi dell’emoglobina.
La positività o negatività si legge dai valori di emoglobina A e di emoglobina fetale, che vanno confrontati con i range di riferimento riportati di fianco al proprio dato: se il valore è nei range, va tutto bene, se invece è al di fuori, oppure nel referto viene segnalata la presenza di emoglobine anomale, vuol dire che c’è un’anomalia che richiede ulteriori indagini. I range variano a seconda del laboratorio in cui si effettua l’esame.
Emocromo.
L’emocromo è uno dei test che più di tutti ha range di riferimento diversi rispetto a quelli di una donna non gravida e per questo può dare valori che solo in apparenza sono alterati. “Spesso le donne vengono in studio un po’ allarmate perché vedono nei referti asterischi che indicano valori fuori dalla norma, quando invece spesso sono dovuti a trasformazioni fisiologiche della gravidanza” racconta Giulia Ferri.
“Nel caso dell’emocromo, in particolare, nel corso della gravidanza c’è una fisiologica emodiluizione, ossia una diluizione del sangue, con un aumento della massa liquida, nella quale sono disciolti i globuli rossi: questo perché il volume sanguigno raddoppia quasi per sostenere il circolo del sistema feto-placentare.
I criteri di valutazione di un’eventuale anemia variano a seconda del trimestre in cui la donna si trova, così come i valori di riferimento possono cambiare da laboratorio a laboratorio, quindi più che mai è doveroso affidarsi alla corretta interpretazione del medico.
Altro dato dell’emocromo rilevante sono le piastrine: anch’esse si abbassano fisiologicamente per il fenomeno dell’emodiluizione, tuttavia se a fine gravidanza risultano valori inferiori a 100.000, si sconsiglia il ricorso alla parto analgesia, così come occorre prestare attenzione ad un maggior rischio emorragico durante il parto”.
Test per HIV, Sifilide, Epatite B e C.
L’esame viene letto con risultato o negativo o positivo.