I test per sapere se si è positivi al Covid

I test attualmente disponibili per rilevare l’infezione da SARSCoV-2 sono questi:

  • test molecolari o PCR, che evidenziano la presenza di materiale genetico, il cosiddetto RNA, del Coronavirus
  • test antigenici, i cosiddetti test “rapidi”, che evidenziano la presenza di componenti, cioè proteine virali, antigeni appunto, del virus
  • test sierologici, tradizionali o rapidi, che evidenziano la presenza di anticorpi contro il virus, che rilevano l’avvenuta esposizione al virus e, solo in alcuni casi, cioè in individui con malattia lieve o moderata i cui sintomi siano iniziati almeno una settimana prima, sono in grado di rilevare la presenza di un’infezione in atto.

Il test molecolare rimane tuttora il test di riferimento per la diagnosi di SARS-CoV-2. I test antigenici rapidi su tampone naso-faringeo possono essere utili in determinati contesti, come lo screening rapido di numerose persone.

I test antigenici e molecolari su campioni di saliva, invece, allo stato attuale, difficilmente si prestano allo screening rapido di numerose persone, in quanto richiedono un laboratorio attrezzato.

Test molecolare

È il test attualmente più affidabile per la diagnosi di infezione da Coronavirus. Viene eseguito su un campione prelevato con un tampone a livello naso/oro-faringeo, e quindi analizzato attraverso metodi molecolari di real-time RT-PCR (Reverse Transcription-Polymerase Chain Reaction) per l’amplificazione dei geni virali maggiormente espressi durante l’infezione.

L’analisi può essere effettuata solo in laboratori altamente specializzati, individuati dalle autorità sanitarie, e richiede in media dalle 2 alle 6 ore dal momento in cui il campione viene avviato alla processazione in laboratorio.

Test antigenico

Questa tipologia di test è basata sulla ricerca, nei campioni respiratori, di proteine virali, cioè gli antigeni. Questo “tampone rapido” è stato introdotto inizialmente per lo screening dei passeggeri nei porti e negli aeroporti, dove è importante avere una risposta in tempi rapidi.

Le modalità di raccolta del campione sono uguali a quelle dei test molecolari, quindi si tratta sempre di un tampone naso-faringeo, ma i tempi di risposta sono molto brevi, circa 15 minuti. Invece, la sensibilità e l’attendibilità di questo test, a seguito di una validazione effettuata su campioni conservati a -80°C, sembrano essere inferiori a quelle del test molecolare.

Questo, purtroppo, comporta la possibilità di risultati falso-negativi in presenza di bassa carica virale (tC>25), oltre alla necessità di confermare i risultati positivi mediante un tampone molecolare. Infatti, chi risulta positivo al test “rapido” dovrà poi sottoporsi comunque al tampone classico, cioè molecolare.

Ulteriori validazioni eseguite su campioni “freschi” appena prelevati hanno invece mostrato elevata sensibilità e specificità. Pur considerando la possibilità di risultati falso-positivi (per questo i risultati positivi al test antigenico vengono confermati con il test molecolare) e di falso-negativi (la sensibilità del test è di circa il 98% e va sempre comunque tenuto contro del “periodo finestra” fra il momento dell’esposizione a rischio e la comparsa della positività), grazie all’uso di questi test rapidi è stato intercettato comunque un rilevante numero di contagiati, probabilmente con alte cariche virali, che non sarebbero stati individuati in altro modo.

Test salivare (molecolari o antigenici)

Questo test utilizza come campione da analizzare la saliva. Il prelievo di saliva è più semplice e meno invasivo rispetto al tampone naso-faringeo, quindi questa tipologia di test potrebbe risultare utile per lo screening di grandi numeri di persone.

Come per i tamponi, anche per i test salivari esistono test di tipo molecolare, che rilevano cioè la presenza nel campione dell’RNA del virus, e di tipo antigenico, che rilevano nel campione le proteine virali.

Il problema, però, come sottolineato dal ministero della Salute, è che avendo densità variabile e potendo creare problemi ai sistemi di pescaggio ad alta automazione, in genere la saliva non si presta bene all’utilizzo con le apparecchiature di laboratorio altamente automatizzate, di regola utilizzate per processare elevati volumi di campioni molecolari.

Per quanto riguarda i test antigenici, la sensibilità del test è simile a quella dei test antigenici rapidi solo nel caso in cui il test venga effettuato in laboratorio, quindi, a meno che non si attivino unità di laboratorio presso i punti dove viene effettuato il prelievo, difficilmente è utilizzabile in contesti di screening rapido.

Lo studio dello Spallanzani sul test salivare

La minor affidabilità dei test salivari sembrerebbe tuttavia smentita da un recente studio pubblicato su Viruses realizzato dall’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma (Inmi) in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, lo University College di Londra e la società biomedicale DiaSorin.

Su 337 campioni è stata dimostrata la sovrapposizione dei risultati dell’esame che, rispetto al tampone, è meno invasivo e più veloce.

La saliva è un campione diagnostico ideale per eseguire la ricerca dei virus, tanto che può essere utilizzata anche per individuare il virus Hcv, quello che dell’epatite C, o l’Hiv. Inoltre può essere utilizzata con sistemi commerciali già disponibili, veloci e sensibili. E adesso potrebbe dunque funzionare anche con il Sars-Cov-2.